Politica

Elezioni Regionali 2017: il Teatrino della Politica (quello di oratorio)

crocetta

Dopo il NO (pare) irrevocabile del Presidente del Senato Grasso a scendere in campo come candidato presidente di una ipotetica coalizione (tutta da definire) di centrosinistra; viste le tattiche dilatorie di Alfano e Miccichè che continuano a sfogliare la margherita (Musumeci si, Musumeci no), pur sapendo che è il miglior candidato; considerata la confusione sovrana che regna nel PD, che tutto pare tranne che un partito unito; rilevata la “danza” dei Centristi e di Sicilia Futura che pur essendo “assolutamente discontinui” da Crocetta tengono dentro il governo regionale un Assessore ciascuno, ecco che arriva lui Rosario Crocetta da Gela che ieri a Palermo,  invece che essere presente ad un appuntamento già preso alla Presidenza della Regione, con un look (zainetto e giacca chiara) che ricorda la campagna elettorale del 2012, con in mano l’immancabile megafono delle fiere di paese, insieme a una decina di “megafonisti” annuncia che si ricandida a Presidente della Regione Sicilia.

Ecco alcune delle sue dichiarazioni, che non commentiamo:

“Sono pronto alle primarie”. Cosi’ il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa, nella sede del movimento il Megafono, a Palermo, in cui rilancia la candidatura alle prossime elezioni regionali. “Faraone si vuole candidare, bene, lo sfido, cosi’ come Lupo e i centristi – sottolinea -. E’ una sfida democratica, non lascero’ che decidano i capicorrente a Roma. E’ inusuale che il presidente in carica non venga considerato. E’ ingeneroso. Non c’e’ un settore del governo che sia andato male”.

Crocetta-megafono-conferenza-stampa-624x300“Sono pronto alla sfida delle primarie e vi posso dire che le vincero’”, prosegue Crocetta, che aggiunge: “Decide Roma? Ma perche’ dovrebbe decidere Roma sulla nostra autonomia. Le dichiarazioni del renziano Bruno sulla discontinuita’? Lui rappresenta solo la corrente di una corrente dei renziani. Ed e’ stato pure mio assessore: o questa gente ha fallito e non capisco perche’ si ripropone o questo governo ha lavorato bene, cosi’ come e’ stato detto in direzione regionale. E in effetti il mio lavoro si e’ visto, ad esempio nella Programmazione e nel Patto per il Sud. Se non ci fosse stato questo governo, che ha seguito una linea di rigore, la Sicilia sarebbe fallita. La coalizione non c’e’? Chi sta al governo e’ con me, a meno che non prenda le adeguate conseguenze”.

“La Sicilia non è la colonia di nessuno e io non accetterò decisioni di Roma o di Milano. La mia candidatura è un tentativo di sollecitare il centrosinistra a non perdere più tempo anche perché il lavoro fatto in questi anni, un lavoro straordinario di risanamento, merita rispetto”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. “In questi anni sono stato insultato, offeso, ingiuriato – ha aggiunto – il pettegolezzo sul ‘presidente gay’ ha contraddistinto la politica regionale, ma questa terra non merita una classe politica così arretrata. Sono finito sotto indagine (l’inchiesta per corruzione che ha coinvolto l’armatore Morace, ndr) per un ‘presunto invaghimento amoroso’. La Sicilia non merita questi politici”.

“Il paradosso politico è che il lavoro del governo viene ritenuto positivo da chiunque, anche i centristi lo apprezzano anche perché hanno governato con me. La verità è che questo ‘gioco dell’alternativa a Crocetta’ è iniziato il primo giorno che sono stato eletto sia per le ambizioni personali di qualcuno sia
perché c’è chi è legato ai vecchi sistemi che io ho scardinato”.

“Qualcuno mi ha detto ‘Ce la passavamo meglio con Cuffaro e Lombardo perchè quelli spartivano potere e poltrone’. Io non ho nulla da spartire. Con il mio governo abbiamo lacerato vecchi potentati ed è evidente che c’è una voglia di ritorno al passato. In questi anni ho fatto tutto ciò che era possibile, ho messo il massimo impegno, non ho coltivato orticelli elettorali in Sicilia”.

“Vorrei che il Pd prendesse atto che la mia candidatura non è né un distacco né un divorzio dal partito, ma un tentativo di mettere il Pd di fronte alle sue responsabilità nei confronti del centrosinistra”.  “Io sono il naturale e legittimo candidato” ha puntualizzato ancora una volta il governatore, che da tempo ha manifestato la sua volontà di riproporsi per la guida dell’Isola alle regionali d’autunno.  “Senza Grasso ogni debito si estingue e io torno in campo”, ha aggiunto. “Voglio primarie con regole certe, vere e democratiche e non primarie truffa. Consultazioni in cui i cittadini possono scegliere democraticamente. Non accetto veti preventivi da parte di nessuno”.

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