Politica

“L’attivismo di Prodi”, l’editoriale di Angiolo Alerci

renzi-triste-ape10

Dopo diversi anni in cui l’ex Premier Romano Prodi, a seguito dell’impallinatura della sua candidatura alla Presidenza della Repubblica, si era ritirato dall’attività politica, da un po’ di tempo ha assunto la funzione di traghettatore della sinistra estrema, e di coloro che in tempi recenti hanno abbandonato il P.D., nel tentativo di riformare l’Ulivo.

Una iniziativa, senza dubbio, di un certo rilievo politico se non fosse notevolmente adombrata da molti dubbi.

Prodi in questi ultimi anni non ha mai smesso di dimostrare una forte antipatia, non solo politica, nei confronti di Matteo Renzi  Segretario del P.D. e Presidente del Consiglio.

A Renzi molti dei seguaci di Prodi riconoscono la responsabilità di avere  organizzato l’impallinatura di Prodi, in occasione della sua candidatura alla Presidenza della Repubblica.

Prodi, con il suo atteggiamento sornione, si muove nel tentativo di riavvicinare la sinistra estrema ed i fuoriusciti per ricucine lo strappo.

A parte la seria iniziativa da tempo presa dall’on Pisapia per un avvicinamento politico, il tentativo di Prodi è principalmente quello di riportare all’interno del P.D. i transfughi che, in occasione del referendum, hanno organizzato  gazebi e manifestazioni contro le decisioni legittimante prese dagli organismi responsabili del Partito e che, da allora, si comportano in Parlamento come gruppo di opposizione..

Prodi si ricorderà benissimo che i suoi due governi : il primo durato dal 17 maggio 1996 al 21 ottobre 1998 cadde per il ritiro dell’appoggio da parte di Rifondazione Comunista, il secondo durato dal 17 maggio 2006 all’8 maggio 2008, a seguito di una fronda che, l’Ulivo di allora, non seppe o non volle gestire meglio.

Il regalo che Prodi si è riservato di dare a Renzi, nel caso di una sua nuova Presidenza del Consiglio, è di rimettere dentro il  Partito  i   “traditori”.

Renzi, dopo l’esito del referendum, avendo vinto le primarie ed essendo ritornato alla guida del P.D. ritiene di essere legittimato a comportarsi come meglio crede.

La Francia insegna che a spazzare via anche partiti tradizionalmente  strutturati , basta un Macron mentre Renzi continua a dimostrare di non aver fatto esperienza di quanto accaduto nel suo partito, ha dato una particolare interpretazione al risultato dei ballottaggi, trascurando di considerare che tutti i collegi attribuiti alla destra si sono avvantaggiati di voti estranei,  dati alle liste di destra per danneggiare i candidati del P.D. di Renzi.

Matteo: meno arroganza, meno furbizia devi dimostrare che sei  veramente “maturato”.

angiolo alerci

In alto