Politica

L’Editoriale di Luca Galante: “Per un attimo ho dubitato di Matteo”

Galante-Luca

Non ho mai dubitato del buon senso del nostro Presidente del Consiglio. Non ho mai creduto fosse un De Gaulle o un Churchill ed ho invece sempre pensato che fosse una persona scaltra, e non è un’offesa, ad inserirsi in un quadro politico senza competitors ed a varare immediatamente una legge elettorale che gli conferiva la possibilità di scegliere i candidati al Parlamento del suo partito. Ha stabilito così da subito un rapporto di dipendenza politica perenne nei confronti dei suoi parlamentari, in particolare della minoranza interna, che in caso di dissenso e di nuove elezioni potrebbero non vedersi nuovamente candidati. Furbo e deciso, ma in politica non è un aspetto negativo, anzi.

Per intenderci ricorda un po’ il Leicester di Ranieri. Non è una grande squadra ma ha vinto addirittura lo scudetto in Inghilterra perché Chelsea, Manchester, Liverpool, Arsenal ed altri hanno attraversato tutte contemporaneamente un’annata no. Ha vinto un po’ di bravura e un po’ tanto di culo.

Ora, però, dubito che il buon Renzi viva in Italia e non ad esempio su Marte.

Oggi si è lamentato di come la gente, in tutti i rilevamenti, non “percepisca” la diminuzione delle tasse praticata dal suo governo, e se ne chiede il motivo.

Non ci credo. Non riesco a credere alle mie orecchie. E’ troppo grossa da mandare giù, anche per gli italiani. O vive completamente distaccato dalla realtà o deve stare più attento a quanto grosse le spara.

Nella prima ipotesi, cioè ammettendo che non conosce assolutamente la realtà dell’imprenditore medio italiano, mi pregio di far notare come le tasse non si valutano dando uno sguardo veloce alle aliquote su un giornale ma, alla fine dell’anno osservando quanto si è pagato in rapporto a quanto si è guadagnato e poco importa se si è risparmiata un po’ di Irpef o di Ires per pagare più Imu. Poco importa se blocchi l’aumento di Imu e Tasi se poi i comuni arrivano a TRIPLICARE la tassa per la raccolta dei rifiuti. All’imprenditore, giustamente, non importa a chi paga ma quanto paga. E non venga a dire che lui non può impedire ai comuni di aumentare le aliquote a fronte di un taglio dei trasferimenti statali. Se non può lui chi può? Di certo non io.

Resto comunque dell’idea che l’abbia sparata un po’ grossa. Voglio credere che sia stata solo una défaillance verbale.

Concludo facendo i miei umilissimi complimenti a quegli italiani che, influenzando in maniera così nefasta i rilevamenti, tanto danno da pensare al nostro premier. In un Paese che ruota intorno alle partite di calcio, al Grande Fratello e all’Isola dei Famosi, il fatto che ci sia ancora qualcuno che guarda al proprio portafoglio è consolante. Dà speranza.

Luca Galante

In alto